Facite justizia
et dabo pace
finibus vostris
Marcocracco e Grimaldello
Facite justizia
et dabo pace
finibus vostris
Marcocracco e Grimaldello
due "gentili" dal fin cervello,
spediti furon ai confini
per impor pace, tra vicini.
riuniti plebei e maggiorenti,
decretan tosto:
chieda venia chi ladrando ha preso
e dimentichi il tolto, chi
(fidando sia reso),
subì' il torto. ("Udiente il reo, presente")
miracolata e' la trovata;
de' pii geni illuminata,
e l'assemblea unanime
decreta el favor dell'anime.
si' toccante e' tal perdono,
che' il lacrimante reo presente:
"mi schie' penti'", sentenzia all' istante
e all'impetrar suo dolente, tutti-tanti.
giubilan gli astanti.
spontanea vien allor na' litania
"a pace chiesta. Pace sia
e voce al coro, e a seguir, l'elegia.
improvviso un garzoncel devoto,
di vin a grazia voto,
strofe liete ed ispirate
sciorina all'uopo d'un canto noto:
"chi ha avuto, ha avuto,
chi ha dato, ha dato,
scordammoce o' passato,,
pentito ormai ,chi ladrato, ha 'ssai.
scroscianti battimani,
s'inteneriscon I cuori astanti,
accolti son d'unanimi consensi,
e commossi, e lacrimati silenzi.
spontaneo germoglio di bontàde,
a lieta novella, uomini e donne
s'interrogan a chiara voce come,
il da farsi, e il sermone.
"ipso facto": s'emani un bando,
decretan tosto qual felice parto,
marcocracco e grimaldello
dal lor fin cervello.
sia scritto e s'avvisin i cittadini
e lontani e vicini, e niuno venga offeso,
e s'usi il gergo atto
che l'ha d'esser ben compreso,
per I morti e per i vivi, e' ragione degna.
perdonar vuolsi il ladro,
ch'a' più' volte chiesto venia.
pentito e'; e bontà' qui regna.
s'e' deciso; cio' che prese se lo tegna !
per inciso (fuor di testo);
non sia scritto, ne' sia detto
pensar puolse ma c'e chi pensa?:
"tanto, a noi due, nulla tolse!"